Nato nell’84, maturità tecnica, iscritto a Giurisprudenza, mi divido tra Costermano, nell’entroterra gardesano, dove vive la mia famiglia, e Trento, dove attualmente risiedo per gran parte dell’anno per motivi di studio.
Diverse sono le mie passioni, ma tutte riassumibili ad un unico ceppo: la ricerca della bellezza, di ciò che è oggettivamente bello cioè vero, ciò che rende felici. Questo è ovvio ma è bene ribadirlo perchè a volte, per vari motivi, ce lo si dimentica (per lo meno io). La ricerca del bello è insita nell’animo umano, dunque si innesta nelle mie passioni particolari: la Liturgia tra le principali, non un mero corollario ma un mezzo per comprendere il Mistero. All’interno di essa la musica sacra (frequento la Ceciliana a Verona), e all’interno di questa le campane. Pur essendo solamente da poco più di un’anno frequentante, in modo non assiduo per i motivi sopra citati, una scuola campanaria, quella di S.Massimo all’Adige, la campana mi ha sempre affascinato per 2 motivi:
1) a differenza di un qualsiasi altro strumento musicale, generalmente essa è creata affinché il suono non si esaurisca nello spazio di una stanza ma possa diffondersi all’esterno, nel territorio;
2) questo suono non per semplice diletto, ma a servizio di Cristo per chiamare il Suo popolo a raccolta!
Ancor più significativo è sapere come viene suonata quella campana. Chi ce lo fa fare di suonare alla veronese? Non sono un accademico dei sistemi campanari ma credo che, per esempio, suonare a distesa sia più facile. Cosa ha spinto un giorno di fine ‘700 degli uomini a S.Giorgio in Braida a creare un nuovo sistema, mi permetto di dire “più bello” (oggettivamente più bello, se no non l’avrebbero creato) del sistema ambrosiano in uso allora. Penso sia stata proprio la ricerca di quella bellezza insita in ognuno di noi, anche se costa più fatica. Ognuno di noi quando ha la corda tra le mani durante un concerto è teso: ebbene viva quella tensione. Se non ci fosse quella tensione tutto si svilirebbe; al di là della paura di sbagliare essa è proprio quel tendersi verso Dio, verso il bello. Nulla basta veramente all’Uomo se non Cristo.
Questo è ciò che sento; è ciò che ambisco ad essere.
Non si pensi, con queste parole, che io sia un qualche “teologo” che si da delle arie; sono un semplice ragazzo come tutti quelli della mia età, che vuole andare alla radice delle proprie passioni…e soprattutto condividerle. Qui posso condividere la passione per le campane. Ma c’è ne sono tante altre oltre a quelle sopra citate: una per tutte l’amicizia, quella vera. Essa è intimamente legata alla ricerca del vero, cioè mi sforzo di comprendere nell’io dei miei amici il vero. Quindi m’interessa qualsiasi attività fatta con essi: uscire in disco il sabato sera coi butéi della compagnia; condividere le proprie esperienze con i 4-5 amici veri; andare al lago in estate…e sopratutto le ragazze, ora che purtroppo sono single!
Da quando abito a Trento alcuni amici m’hanno fatto conoscere quell’affascinante universo che è la montagna: escursioni, vie ferrate…ho iniziato a praticare arrampicata sportiva e sci alpinistico. Dopo un’annetto di crisi, grazie sempre agli amici, stò ritrovato la bellezza per ciò che studio!
Inoltre faccio parte del CTG (Centro Turistico Giovanile) un’associazione nazionale che si occupa di far scoprire le bellezze del nostro territorio: durante l’estate mi vengono affidate delle visite guidate per far comprendere sia ai turisti ma anche agli autoctoni che il Lago di Garda non può essere ridotto alle sole spiagge e a Gardaland, ma cela tesori “minori” che meritano di essere conosciuti. Ed è proprio grazie alla collaborazione tra la sezione del CTG che opera sul Lago e Fabio Barbieri, con la Squadra Campanaria di Cisano, che quest’estate si è potuta far conoscere la nostra tradizione campanaria inserendo l’esecuzione di un concerto alla veronese durante uno dei percorsi organizzati in quella zona.
Non posso non ringraziare tutti gli amici della mia squadra, perche fin dal mio primo giorno da allievo m’hanno fatto sentire a mio agio nel gruppo! Mi si consenta però di ricordare alcuni nomi: il primo campanaro che ho conosciuto, Federico Pirana; eravamo nella stessa classe alle superiori e anche se non ci vediamo più conservo ancora le sezioni dei ceppi che mi disegnava su qualche foglio (io non ci capivo un granché all’epoca!!). Matteo Padovani, che un pomeriggio di settembre di 2 anni fa lo trovai a S.Giorgio e che mi invitò alla giornata per l’anniversario del Sistema Veronese. Nicola, che proprio quel giorno mi chiese se volevo diventare campanaro.
Troppo prolisso!!